lunedì 14 dicembre 2009

L'alfabeto di Satoko

Austen Jane - Orgoglio e pregiudizio
Barbery Muriel - L'eleganza del riccio
Coe Jonathan - La banda dei brocchi
De Luca Erri - Tu, mio
Ewers Hans Heinz - I cuori dei re e altri racconti
Flagg Fannie - Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Shop
Giordano Paolo - La solitudine dei numeri primi
Hornby Nick - Tutto per una ragazza
Irving John - Hotel New Hampshire
Joyce James - Gente di Dublino
Kinsella Sophie - Ti ricordi di me?
Levy Mark - Se solo fosse vero
Marai Sandor - Le braci
Niffenegger Audrey - La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
O'Carroll Brendan - Agnes Browne mamma
Pennac Daniel - Il paradiso degli orchi
Queneau Raymond - Zazie nel metrò
Rowling J.K. - Le fiabe di Beda il bardo
Safier David - L'orribile karma della formica
Tanizaki Junichiro - Neve sottile
Updike John - I dodici incubi del Natale
Volo Fabio - Un posto nel mondo
Weisberger Lauren - Al diavolo piace dolce
Yoshimoto Banana - Il corpo sa tutto
Xingjian Gao - Una canna da pesca per mio nonno
Zafon Carlos Ruiz - L'ombra del vento

4 commenti:

  1. L'eleganza del riccio - Muriel Barbery

    Se per voi le 5 stelline di Anobii indicano la perfezione..beh, per questo libro scordatevelo. Perchè? Perchè non è perfetto: parte in salita, è pieno di digressioni filosofiche che a volte (o spesso) vi annoieranno, perchè di tanto in tanto vi verrà voglia di prendere a calci svariati personaggi, e perchè il finale è triste. Quindi non è perfetto. O forse si? Perchè, del resto, quel che è rappresentato veramente in quest'opera è la vita in tutte le sue sfaccettature, con gli elementi che solitamente la compongono: la delicatezza, l'ironia, la tragicità, la leggerezza, il “significato e l'emozione”. Perchè, come ho letto in un commento, c'è un finale che non si vorrebbe ma che serve, che disorienta ma, riflettendoci (rifletteteci, non partite in quarta con le recriminazioni!), fa anche sperare. Perchè può darsi che si sia portati a considerare i personaggi principali come snob o inverosimili, ma le loro vite, riflessioni, speranze e paure rimangono attaccate all'anima, arrivano fin nel profondo e ci rimangono. Perchè la costruzione e la prosa saranno anche esercizi di stile, ma sono realmente perfetti ed eleganti. L'apparenza inganna quasi sempre. Vale anche in questo caso, per Renée, Paloma, e per l'impressione che dà all'inizio questo libro. Immerso in un'atmosfera franco-giapponese, tra un tè al gelsomino, una camelia e qualche prezioso incontro raffinato, vi commuoverà fino alle lacrime.

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  2. La banda dei brocchi - Jonathan Coe

    Ho iniziato questo libro con un'aspettativa da 10 e lode, visto le ottime critiche (quasi) unanimi...ed effettivamente c'è una storia che impostata diversamente poteva essere davvero piacevole, ma in realtà è noiosa come poche.. dei 4 citati protagonisti in realtà solo 2 (1 e mezzo) portano avanti la trama, che procede talvolta in tempi e luoghi diversi dalla vicenda narrativa principale...la vita dell'Inghilterra degli anni 70 che fa da sfondo è un susseguirsi di descrizioni (di scioperi, gruppi musicali, lotte di classe etc), riflessioni, citazioni che francamente non aggiunge niente e toglie parecchio smalto … La realtà dei genitori dei protagonisti è sbiandita tanto quanto la loro età; le descrizioni nelle scene di sesso sono degne della peggior specie di pornografia senza talento (una frase come “succo vaginale” mi ha lasciata disgustata come poche volte nelle mie letture), l'ironia ..semplicemente non è ironica..
    Le due pecche più gravi di questo libro, a mio parere, sono: 1) il pochissimo coinvolgimento (dove sono i palpiti e i turbamenti dell'adolescenza? dov'è la crescita e la formazione? se non fosse per il povero Benjamin che ogni tanto smuove le acque, la storia sarebbe calma piatta) 2) Il finale mancante. Nell'ultima pagina, una laconica nota dell'autore ci informa che il libro avrà un seguito (Il circolo chiuso) ...che io non comprerò ^_^

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  3. Tu, mio - Erri De Luca

    Primo libro che leggo di De Luca che, a dirla tutta, a pelle non mi sta neanche simpatico...ho scoperto però che scrive benissimo, il suo stile è poetico, evocativo, la sintassi perfetta; avrebbe meritato per questo almeno una stellina in più, ma la storia non mi ha del tutto convinta. L'insieme, però, mi ha persuasa a leggere altri titoli di questo autore.

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  4. Le braci - Sandor Marai

    Il mio primo Marai è un libro evocativo, raffinato, con alcune descrizioni di attimi e di scenari davvero sublimi..MA..avevo aspettative da 5 stelle, e credo che questo mi abbia condizionato, perchè di stelline, alla fine, gliene ho date tre. Mi sono piaciute tante delle riflessioni su vita/amore/amicizia, ma alcune le ho trovate un tantino scontate e autocelebrative; mi sono piaciuti i personaggi ma a tratti ho trovato Henrik troppo presuntoso e Konrad troppo vile; anche io mi aspettavo un dialogo, ma non ci sono rimasta troppo male che fosse invece un monologo, visto che in definitiva non c'era nessuna verità da appurare, ma mi è sembrato troppo semplicistico che Konrad dica: "A questa domanda non rispondo" e poi ancora "Adesso non rispondo neanche a quest'altra domanda"...andiamo, aspetti 41 anni, ti decidi a tornare per chiarire e poi non rispondi? Possiamo trovare a questo silenzio tutti i sovrasensi che vogliamo, ma mi è sembrato riduttivo da parte di Marai lasciare il tutto all'immaginazione del lettore...così come mi sembra inverosimile che un uomo che sospetta il tradimento della moglie (o ne abbia la certezza) non solo non apra mai in 41 anni il diario che può confermarglielo, ma che scelga piuttosto di bruciarlo! Ma quel che più non ho perdonato a questo libro è che, nonostante faccia intendere che la passione è forse la vera protagonista in oggetto, a me è sembrato freddo, non mi ha toccato l'anima, e questo è un aspetto che raramente un lettore perdona. Davvero un peccato, avrebbe potuto essere perfetto!

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